Quando si pensa alla Sardegna si pensa subito al mare cristallino, alle spiagge chiarissime e alle calette nascoste. In realtà la Sardegna è molto più di questo, ed ora scopriremo insieme un lato meno conosciuto ma non meno entusiasmante di questa meravigliosa isola, in particolare del territorio sud-occidentale del Medio Campidano.

Se una spiaggia dalle acque chiarissime può fare bene all’animo, di certo l’entroterra della Sardegna ha il potere di curare anche il corpo. Ne è un grande esempio Sardara, a circa un’ora di macchina da Cagliari, prima tappa di questo nostro viaggio insieme.
Situata tra la pianura e la Marmilla, un’immensa vallata mozzafiato, Sardara ti accoglie con paesaggi che si disperdono all’orizzonte in un susseguirsi di colline, luci e ombre. Proprio a un paio di chilometri dal centro troviamo le terme, circondate dalla macchia mediterranea e dagli eucalipti, che fin dall’epoca romana donano benessere a chi le frequenta. Non potrà certo mancare un’immersione in queste fonti preziose, tra storia e modernità, per ricaricare le pile e passare alla scoperta del territorio con nuova energia!
Dopo le terme è d’obbligo una visita al centro storico di Sardara, dove si può ancora oggi visitare il tempio nuragico di Sant’Anastasia e la circostante area archeologica che sorge accanto all’omonima chiesa. Sarà un vero e proprio viaggio nel tempo e nella cultura di questo territorio e pensa, questa è l'unica area archeologica in Sardegna ad annoverare ben tre pozzi sacri!
Sardara è un luogo davvero magico, a metà tra un passato antichissimo e l’attualità, dove strade in selciato e bellissime dimore ti accompagneranno in una vera e propria esperienza di visita: il tuo profilo Instagram ringrazierà!

Dieci minuti di strada e ti ritroverai nuovamente a fare un tuffo indietro di oltre tre millenni: il complesso nuragico di Genna Maria sorge nei pressi di Villanovaforru ed è, oltre che una visita culturale imprescindibile se ti trovi nel Sud Sardegna, un punto panoramico davvero da non perdere. Da questo promontorio, infatti, potrai disperdere la vista sulle colline della Marmilla, ma anche far correre lo sguardo fino al golfo di Oristano. Se l’aspetto storico ti stuzzica, potrai anche visitare l’omonimo museo Genna Maria nel centro del paese, che contiene tutti i reperti venuti alla luce durante gli scavi archeologici: rivivrai diverse epoche, dai popoli nuragici sino a quelli romani e bizantini, in un susseguirsi di oggetti e racconti che sapranno saziare la tua fame di storia.
Ma il viaggio nel passato non finisce certo qui! Il Sud Sardegna è un territorio ricco di segni. Ogni pietra, ogni pianta, ogni strada è pregna di un passato che continua a tornare, a ricordarci da dove veniamo e ad aiutarci a capire meglio dove stiamo andando.
Non puoi perderti la visita di Su Nuraxi, vicino a Barumini, a circa 20 minuti di auto da Villanovaforru. Questa area archeologica, patrimonio UNESCO dal 1997, è tra le più longeve e meglio conservate di tutta la Sardegna. Un villaggio che oggi racconta e racchiude i segreti e i misteri di oltre 3500 anni, tra popoli, culture, tradizioni e grandi cambiamenti che si sono alternati nel tempo. Osservando i resti di questo nuraghe, ti sentirai letteralmente rapire dalla curiosità!

Poco lontano, non possiamo che fare un salto alla Giara di Gesturi, l’ultimo luogo in cui è possibile trovare cavalli selvaggi in Europa. Sì, hai capito bene: cavalli selvaggi! Si tratta di un luogo così particolare che ti sembrerà quasi di essere stato catapultato in un viaggio esotico in un continente lontano, con piccoli laghetti paludosi e particolari rocce sporgenti, e soprattutto i suoi “cavallini”, nati e cresciuti allo stato brado.
Prenditi il tempo che ti serve per una passeggiata in questa natura straordinaria e lasciati circondare da questi animali selvaggi ma non impauriti dall’uomo. La Giara di Gesturi è il luogo perfetto per schiarire la mente dai pensieri, liberarsi e prendere a pieni polmoni una boccata di libertà. È un luogo che ci ricorda come, a volte, libertà voglia dire semplicemente prendersi il lusso di rallentare e fare una passeggiata nella natura. Meglio se con il telefono spento!
Dopo questo pieno di natura, partiamo alla volta di Serri e del suo santuario di Santa Vittoria, con un passato preistorico e una storia più “recente” di epoca bizantina. Nonostante si tratti prevalentemente di un’area archeologica, composta da ben 4 complessi diversi che raccontano la storia della civiltà nuragica, il nome deriva dalla cattolica Santa Vittoria. Ciò è dovuto alla sacralità che il luogo ha avuto fino all’epoca bizantina, dove sorse l’omonima chiesa in onore della Santa.
Anche in questo luogo però non troviamo solo storia: il tuo sguardo potrà colmarsi di un paesaggio che si disperde letteralmente all’orizzonte tra Marmilla, Sarcidano e Trexenta grazie alla posizione rialzata del Santuario, situato a circa 600 metri di altezza.
Altri dieci minuti di auto e ci spostiamo verso Isili, in pieno Sarcidano, un paese che è un vero e proprio scrigno di tradizioni, tesori e meraviglie sarde. Un paese di piccole dimensioni, dove potrai passeggiare tra bellissime case con portali ad arco e conoscere il vero Italian Why, uno stile di vita che ti affascinerà dal primo minuto.
Ad Isili si custodiscono i segreti delle antiche tradizioni artigiane della zona: al museo dell’Arte del Rame e del Tessuto potrai ammirare i manufatti del passato, ma anche le riproduzioni attuali, in questo susseguirsi sardo di passato e presente.
Ma Isili è anche outdoor, e grazie anche alla presenza del lago di san Sebastiano, si possono praticare moltissimi sport come il trekking, l’arrampicata sportiva, l'equitazione, la pesca sportiva, le escursioni in canoa e il biking solo per citarne alcune.

Sulla strada per il ritorno verso Cagliari, non possiamo perdere una visita a Nuraghe Piscu, che si trova circa a metà strada lungo la SS 128 nei pressi di Suelli.
Si tratta del nuraghe meglio conservato della zona della Trexenta, che con la sua imponenza troneggia su una collina da cui potrai osservare altri nuraghi minori. È formato da una torre principale e un bastione con quattro torri angolari, oltre che da diverse capanne. Pensa, fu scoperto nell’800 dalla gente del posto, e solo negli anni ‘80 del ‘900 sono stati eseguiti restauri e scavi professionali. Nuraghe Piscu è una bellissima testimonianza, ancora vivida, di un passato davvero molto remoto.

Ma in tutto questo girare, in tutto questo saltare dal passato al presente, in tutto questo sport e in tutta questa natura, non ti è venuta un po’ di fame?
Allora è giunto il momento di un buon piatto di malloreddus che nella preparazione tipica della zona, vengono serviti con un sugo a base di pomodoro e salsiccia. Da accompagnare assolutamente con il pane tipico, grande orgoglio della popolazione locale, e da un calice di Vermentino.
L’importante però è chiudere il pasto da veri local, con un mirto o - ancora meglio - un su fil’e ferru, una grappa tipica dell’isola.
Solo due cose possono accadere dopo un bicchierino di fil’e ferru: o parti alla carica continuando l’esplorazione del Sud Sardegna, oppure opti per una siesta nella piazza del paese, tra una chiacchiera con gli anziani e una partita a carte.
Tu di che team fai parte? Avventura o siesta?